La pandemia ha segnato addirittura una ripresa della lettura e delle librerie, in particolare di quelle indipendenti che con uno sforzo anche di fantasia hanno tenuto testa perfino alla distribuzione online. Hanno infatti, tramite la consegna a domicilio e con l’uso di corrieri, saputo resistere. Meglio nella seconda ondata della pandemia: le librerie sono rimaste aperte a pieno titolo, mentre invece nella primavera scorsa erano rimaste in un primo momento chiuse; furono riaperte, come disse pubblicamente lo stesso Conte, grazie alle pressioni pervenute da pi parti. E siamo orgogliosi di ricordare che tra quelle “parti” c’eravamo anche noi come “Pepeverde” che rivolgemmo, sia allo stesso Presidente del Consiglio che ai ministri e alle altre istituzioni competenti, istanze di riapertura per librerie e biblioteche, in pratica di riapertura ai libri e alla cultura.
Del resto era logico che ci fosse questa ripresa. Chiusi in casa e con un maggior tempo a disposizione, sono aumentati insieme i consumi televisivi (per sostituire almeno in parte la chiusura di cinema, teatri e musei) anche la lettura sia su carta che su digitale. stata una riscossa – ancora non siamo in grado di quantificarla ma presto ci dicono che avremo i dati precisi – della lettura nel tempo libero, che consideriamo tanto importante per la qualit di vita e per il futuro delle persone. Perch la lettura “disinteressata” informa e soddisfa curiosit naturali, mentre costruisce e sviluppa le forme logiche del pensiero. Come ha detto il nostro Presidente della Repubblica Mattarella, “leggere una ricchezza per la persona e per la comunità una chiave per diventare cittadini del mondo”. In pratica, per diventare pi tolleranti verso gli altri, per salvaguardare la cultura democratica, per meglio sviluppare in noi sentimenti di umanità.
Se in Italia oggi si legge poco (e forse la responsabilit non solo dei lettori), il bisogno di cultura esiste e persiste. Anche di quella apparentemente minima, quella che viene definita ginnastica per il nostro cervello, che io non sottovaluterei. Mi ha fatto un gran piacere per esempio sentirmi dire dal mio edicolante che non ha mai venduto, come in questo periodo di pandemia, tanti giornali di giochi di enigmistica, né fumetti, né figurine per i bambini…
Guardando al futuro auguro a tutti di ritrovare tutte le cose belle del passato. Ma spero anche che i cittadini del mondo – di più quelli della frenetica civiltà occidentale – sappiano ritrovare quel gusto del tempo libero, dell’ozio oraziano, che anche piacere di vivere.