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30 Giugno 2021
Articoli

Pandemia, Librerie, Biblioteche e Lettura


La pandemia ha segnato addirittura una ripresa della lettura e delle librerie, in particolare di quelle indipendenti che con uno sforzo anche di fantasia hanno tenuto testa perfino alla distribuzione online. Hanno infatti, tramite la consegna a domicilio e con l’uso di corrieri, saputo resistere. Meglio nella seconda ondata della pandemia: le librerie sono rimaste aperte a pieno titolo, mentre invece nella primavera scorsa erano rimaste in un primo momento chiuse; furono riaperte, come disse pubblicamente lo stesso Conte, grazie alle pressioni pervenute da pi  parti. E siamo orgogliosi di ricordare che tra quelle “parti” c’eravamo anche noi come “Pepeverde” che rivolgemmo, sia allo stesso Presidente del Consiglio che ai ministri e alle altre istituzioni competenti, istanze di riapertura per librerie e biblioteche, in pratica di riapertura ai libri e alla cultura.

Del resto era logico che ci fosse questa ripresa. Chiusi in casa e con un maggior tempo a disposizione, sono aumentati insieme i consumi televisivi (per sostituire almeno in parte la chiusura di cinema, teatri e musei) anche la lettura sia su carta che su digitale.   stata una riscossa – ancora non siamo in grado di quantificarla ma presto ci dicono che avremo i dati precisi – della lettura nel tempo libero, che consideriamo tanto importante per la qualit  di vita e per il futuro delle persone. Perch  la lettura “disinteressata” informa e soddisfa curiosit  naturali, mentre costruisce e sviluppa le forme logiche del pensiero. Come ha detto il nostro Presidente della Repubblica Mattarella, “leggere   una ricchezza per la persona e per la comunità   una chiave per diventare cittadini del mondo”. In pratica, per diventare pi  tolleranti verso gli altri, per salvaguardare la cultura democratica, per meglio sviluppare in noi sentimenti di umanità.
Se in Italia oggi si legge poco (e forse la responsabilit  non   solo dei lettori), il bisogno di cultura esiste e persiste. Anche di quella apparentemente minima, quella che viene definita ginnastica per il nostro cervello, che io non sottovaluterei. Mi ha fatto un gran piacere per esempio sentirmi dire dal mio edicolante che non ha mai venduto, come in questo periodo di pandemia, tanti giornali di giochi di enigmistica, né  fumetti, né  figurine per i bambini…
Guardando al futuro auguro a tutti di ritrovare tutte le cose belle del passato. Ma spero anche che i cittadini del mondo – di più quelli della frenetica civiltà  occidentale – sappiano ritrovare quel gusto del tempo libero, dell’ozio oraziano, che   anche piacere di vivere.



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