La pandemia globale cui stiamo assistendo ha accelerato in modo esponenziale quel processo di influenza degli strumenti digitali già in atto da tempo, ma che per la prima volta ha investito profondamente l’istituzione scolastica. L’utilizzo necessario e obbligato delle nuove tecnologie ha disorientato sia gli studenti sia i docenti. Questa particolare situazione ha influito sulle modalità di insegnamento e sulle abitudini di lettura di bambini e ragazzi. Ricercatori di ambiti diversi, come psicologi, neuroscienziati e pedagogisti, continuano a indagare e a pubblicare sul tema nuovi studi.
Gli obiettivi
Per molti studiosi la lettura digitale è la capacità di utilizzare dispositivi come computer, cellulari, tablet e determinati software. In realtà la definizione è ben più ampia, il significato di “lettura digitale” va oltre la padronanza delle funzionalità di base degli strumenti tecnologici. L’obiettivo principale della lettura digitale è offrire ai bambini e ai ragazzi occasioni per individuare, comprendere, integrare e creare contenuti assemblando informazioni provenienti da molteplici fonti (testi online, video, audio, immagini, grafica interattiva…) e per comunicare efficacemente in varie modalità (orale, cartacea, visiva, digitale…), a casa e a scuola.
Le tecnologie digitali hanno spostato la percezione della lettura in modi diversi: dall’individuale al sociale, dal passivo al partecipativo, dal monomodale al multimodale. Non dovrebbe sorprendere come questo panorama mutevole di strumenti, piattaforme, norme, spazi e tempi abbia avuto un impatto sulla pedagogia della lettura. Ci si aspetta, per esempio, che gli studenti imparino non solo a scrivere un tema in classe, ma anche a progettare e presentare un lavoro o realizzare un trailer su un libro con l’ausilio di un software, o ancora scrivere una recensione su un blog.
È chiaro che gli obiettivi della lettura digitale mirino a evitare che i bambini e i ragazzi siano consumatori passivi e disconnessi per renderli creatori attivi di contenuti. La lettura digitale è in grado di porre lo studente al centro del processo e, come ci ricordano i ricercatori, si basa su elaborazioni cognitive piuttosto che tecnologiche. L’impatto delle nuove tecnologie sulla pedagogia della lettura non comporta la sostituzione delle competenze tradizionali con nuove pratiche digitali, quanto piuttosto il loro arricchimento.

Con la lettura digitale l’informazione non è più limitata alle risorse tradizionali, dove i libri e i materiali di consultazione sono ordinati e filtrati da bibliotecari e studiosi. Gli studenti e gli insegnanti possono accedere ai contenuti dei corsi da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento con una modalità non più limitata ai confini fisici dell’edificio scolastico, né a un intervallo temporale. La comprensione della nuova, complessa e in qualche modo confusa relazione tra il mondo online e quello offline è il viaggio da intraprendere per sviluppare un’educazione alla lettura digitale formativa. Diventare educatori alla lettura oggi significa addentrarsi in un settore molto più affollato di aspettative, opportunità, scelte e decisioni.
Nel corso degli anni sono stati sviluppati vari modelli di riferimento per guidare gli insegnanti nella promozione della lettura digitale, molti dei quali sono stati promossi all’interno di corsi singoli concentrati quasi esclusivamente sulle competenze digitali per migliorare la performance e l’insegnamento nelle varie discipline. Ma la ristretta focalizzazione sulle conoscenze tecniche e informatiche non è sufficiente per preparare alle nuove competenze.
Già negli anni Novanta il New London Group (1996) aveva lanciato un chiaro appello a favore di una visione più ampia della lettura che rispondesse alle esigenze del mondo attuale, più globalizzato, diversificato e digitalizzato. Con il concetto di multiliteracies rispondeva alla molteplicità dei canali di comunicazione e dei media e all’importanza della diversità culturale e linguistica. Il termine, che si riferisce appunto alla complessa modalità e interrelazione con cui vengono espressi i contenuti, ha aperto la via per comprendere il programma di educazione alla lettura che va oltre l’apprendimento scolastico formale e include la partecipazione attiva della comunità. Il pensiero del New London Group si basa sulla progettazione dei contenuti, sulla creazione di una varietà di risorse comprendenti attività multimodali, visive, linguistiche, sonore e gestuali che di fatto ampliano l’ambito di intervento dell’educazione alla lettura.
Da questa prospettiva emerge una nuova pedagogia della lettura, che prevede da un lato l’immersione nelle esperienze, nei contenuti e nei luoghi di vita degli studenti per interpretarne il contesto sociale e culturale, dall’altro la valutazione di tali pratiche per il loro utilizzo in altri contesti. I giovani non classificano distintamente la lettura a scuola da quella fuori dalla scuola; al contrario, si muovono in un flusso continuo di pratiche offline, online, in classe e in altri ambienti.
Supportare gli insegnanti nella formazione e coinvolgere i giovani nella lettura digitale è una questione chiave che ha effetti sull’equità educativa.
L’inclusione delle tecnologie digitali
Nel progetto avviato dall’associazione europea ELINET (European Literacy Policy Network, 2020), che promuove la lettura in Europa, l’inclusione delle tecnologie digitali è considerata un presupposto fondamentale per l’apprendimento e la partecipazione attiva da parte dei bambini in un mondo digitale e in continua evoluzione. Gli studiosi hanno osservato come, nonostante vari tentativi, non esista un quadro di competenze sulla lettura digitale che riguardi specificatamente i bambini, né siano chiare le competenze richieste nella digital literacy.
A tal fine ELINET intende fornire un quadro teorico di riferimento e una selezione di buone pratiche per i bambini in età prescolare e della scuola primaria in cui si riassume lo stato attuale delle conoscenze sulla lettura digitale. La ricerca delle buone pratiche ha l’obiettivo di valutare l’efficacia degli strumenti utilizzati dagli insegnanti per sviluppare le competenze di lettura digitale, che includono: la ricerca e la condivisione delle informazioni, la comprensione e l’integrazione di informazioni diffuse attraverso fonti e formati diversi, la valutazione dell’affidabilità delle informazioni disponibili e l’adeguamento delle strategie di comprensione e comunicazione in base ai diversi tipi di contenuto (per esempio post sui social media rispetto a contenuti scolastici più lunghi e approfonditi). In particolare, gli argomenti presi in esame riguardano gli strumenti digitali che favoriscono lo sviluppo della lettura in tre fasce di età.
0-3 anni. Per lo sviluppo delle basi della lettura: l’apprendimento della lingua in tutti i suoi aspetti (il vocabolario, la sintassi, la morfologia, la comunicazione e la descrizione di sé).
3-6 anni. Per favorire lo sviluppo della emergent literacy: le competenze linguistiche, l’ascolto e la narrazione, la scrittura, la consapevolezza fonologica e fonemica.
6-10 anni (scuola primaria). Per favorire le capacità di apprendimento della lettura: relazioni grafema-fonema, morfemi, decodifica, fluidità e comprensione. Per sviluppare le capacità di lettura ad alto livello: utilizzo delle strategie metacognitive di monitoraggio ed elaborazione del pensiero critico e creativo per quanto riguarda i contenuti online e cartacei.
Per un utilizzo efficace degli strumenti e delle strategie per la lettura online e dei motori di ricerca: scelta delle parole chiave per individuare le informazioni, scremare, sintesi delle informazioni provenienti da diverse fonti, valutazione delle informazioni nelle ricerche, individuazione dei pregiudizi e dei tentativi di influenzare le opinioni, riconoscimento delle notizie false . Per promuovere le capacità di scrittura e di comunicazione e favorire, con l’utilizzo dei dispositivi digitali, la lettura come attività di piacere.
Gli aspetti positivi
L’accesso sempre più frequente ai media digitali può avere risvolti positivi, in primis per i bambini e i ragazzi che vivono in ambiti familiari in cui non sono presenti libri o in situazioni di povertà educativa. Potenzialmente fautrici di una democratizzazione della conoscenza, le nuove tecnologie possono rappresentare una preziosa risorsa per gli studenti a basso reddito. Sotto questo aspetto, l’argomento di discussione non è solo quello di preparare gli studenti alla lettura digitale, ma anche di indirizzare le grandi potenzialità della tecnologia verso continui stimoli di lettura. La lettura digitale è l’anello mancante per ricollegare l’istruzione alle esigenze formative della società del XXI secolo. Senza lo sviluppo della lettura digitale, e senza la pratica online che essa incoraggia, non saremo altrimenti in grado di superare le grandi sfide che si presentano oggi.
Unire l’apprendimento digitale alla conoscenza convenzionale piuttosto che disgiungerla, per introdurre la letteratura, la storia, l’esplorazione delle scienze, sarà un passaggio fondamentale per interagire utilmente con le nuove tecnologie. Ciò, senza perdere di vista i virtuosi fondamenti pedagogici che prevedono il ruolo centrale dell’elemento umano nel processo di qualunque forma di insegnamento e apprendimento e il monitoraggio continuo degli sviluppi e degli esiti a cui la formazione “mista” può portare.
È basilare che l’educazione alla lettura digitale non sia di competenza di enti privati con meri interessi commerciali e men che meno pedagogici.
Fonte: Il Pepeverde, n.9 2021