
Grammatiche visive. Come e perché imparare a leggere le immagini, dagli albi illustrati alle foto, dai social ai giornali (e-learning)
Lo diciamo da tempo: i nuovi mezzi di comunicazione usano sempre di più il canale visivo e le immagini (ferme o in movimento); questo significa che per una vera alfabetizzazione dobbiamo riscoprire ed esplorare le grammatiche visive. Il corso si propone, in otto lezioni, di mostrare come le immagini “significano”, tra percezione istintiva e meccanismi culturali.
Il corso “Grammatiche visive” attinge dai vari percorsi di studio sull’immagine: psicologia della percezione, semiotica visiva, lettura della figura, sintesi cromatica, composizione della pagina; tutti i vari elementi verranno presentati “a partire dalla pagina”, cioè come effetto di letture filologiche su opere testuali: albi illustrati, foto, illustrazioni, dipinti, fumetti… Al tempo stesso proveremo cosa succede spostando il peso di alcuni elementi nella costruzione di una figura: diventeremo cioè lettori e scrittori di figure, così come richiede ogni alfabetizzazione.
Le immagini vengono spesso usate perché immediate: al contrario, racchiudono dei codici che vanno decodificati e capiti. Per poter scrivere meglio, per non essere manipolati, per cogliere meglio le intenzioni di un testo visivo e i suoi sottotesti.
Contenuti
Obiettivi e competenze acquisite
Destinatari
Date, orari e modalità di erogazione del corso
Ente qualificato dal MIM per la formazione
Attestato di partecipazione riconosciuto dal MIM (Codice Sofia: 87555)
Attestato di partecipazione Literacy Italia
Materiali didattici
Costi e modalità di iscrizione
Carta del docente

Beniamino Sidoti è esperto di giochi e narrazione, e autore di oltre cinquanta libri pubblicati complessivamente in venti lingue. Consulente del Ministero dell’Istruzione sulle modalità di didattica partecipativa, ha scritto opere di narrativa (tra le ultime: Stati d’animo, Rrose Sélavy, 2017; L’elefante che non cadeva mai, Emme, 2017, Ti aspetto a San Qualcosa, Camelozampa, 2023), di divulgazione (Il ciclo dell’acqua, Editoriale Scienza, 2022, Cambiamondo, Gribaudo, 2019, Strategie per contrastare l’odio, Feltrinelli, 2019), giochi (Dante. Gioca coi dannati, Giunti, 2022, Pinocchio, Giunti, 2023) e di saggistica. Lavora attivamente come consulente e formatore in tutta Italia.
L’esperienza del tempo (P1)
Uno degli elementi più culturalmente costruiti di una figura è il modo in cui essa rappresenta lo scorrere del tempo. Vedremo quindi come il senso di lettura della figura inscriva un prima e un dopo “naturali” e quindi degli effetti di senso euforici o disforici a seconda della direzione di attraversamento della pagina; proveremo a capire come il tempo produca effetti di velocità e di lentezza e studieremo come la compresenza di parole e figure possa creare degli effetti di senso nella differenza tra tempo di lettura delle figure e tempo di lettura delle parole; studieremo gli effetti ritmici creati dalle ripetizioni, e infine analizzeremo il caso particolare della sospensione del tempo (creata visivamente) e di come essa possa prefigurare una retorica dell’eternità.
Il punto di vista (P2)
Ogni immagine mostra qualcosa, e al tempo stesso “nasconde” qualcuno che sta guardando: lo studio del punto di vista risponde alla domanda “chi vede?” o “chi sta guardando?” e può prevedere una risposta diretta con la rappresentazione di specchi o riflessi, o una indiretta attraverso lo studio dell’altezza dello sguardo, della prospettiva, delle figure che guardano l’osservatore, delle luci, oltre che dall’apparato retorico di indici (mani che puntano, direzioni degli sguardi) e linee di costruzione.
Colori e contrasti (P3)
Il colore è elemento costitutivo della lettura di un’immagine, ma troppo spesso la nostra lettura si ferma ai contrasti di base tra colori caldi e colori freddi; in un’immagine tutto contribuisce agli effetti di senso e alle grammatiche visive: così conta la campitura del colore, il modo in cui viene steso, i contrasti con gli altri colori e con lo sfondo, la compresenza di bianco e nero e colore, il ricorrere di alcuni colori e la costruzione dei contrasti.
Letture diverse (P4)
Molto spesso un’immagine viene inserita in un discorso complesso, in cui il testo visivo dialoga con un testo verbale: questo può creare degli effetti di senso, per esempio amplificando una parte del discorso, diminuendola, o addirittura contraddicendola.
L’eventuale distanza tra i due testi, a volte fastidiosa, viene invece spesso percepita come interessante, perché crea uno spazio interpretativo e un effetto di “latenza” nella comprensione dell’immagine.
Il sentire (P5)
Le immagini sono spesso usate per “mostrare”, cioè far capire in modo im-mediato qualcosa: eppure sono tante le cose che in un’immagine non vediamo ma capiamo: la temperatura, un odore, delle sensazioni o delle percezioni, uno stato d’animo, un pensiero, una premonizione, un’emozione. La grammatica visiva ha anche un lessico fatto di gesti e di espressioni che rimandano a qualcosa che capita a qualcuno: come nella narrazione, capiamo qualcosa perché accade a qualcun altro. La percezione è una delle cose più culturalmente orientate, a partire dalla stessa percezione visiva: ciò che l’immagine mostra è sempre una ricostruzione di come noi vediamo la vista; affronteremo ragionamenti su inquadratura, approccio sintetico e analitico, cornice ed effetti di luce.
Leggerezze (P6)
La posizione di un personaggio o di un oggetto in un’immagine rimanda anche a una grammatica di leggerezze e pesantezze: ci sono cose che galleggiano, altre che volano, quelle che cadono e quelle che salgono. Il punto in cui si trova un oggetto in pagina rimanda a una categoria di valori euforici, tra desideri e speranze.
I richiami (P7)
Ogni scrittura lascia al suo interno delle marche di coerenza che permettono di attraversarla dall’inizio alla fine: questo avviene in maniere facilmente riconoscibili all’interno di una narrazione o di un testo poetico, e in modi a volte complessi dentro un’immagine o una raccolta di immagini; la coerenza è il risultato di una serie di richiami interni (oggetti, simboli, colori, espressioni) che, come nella poesia, “rimano”. Inoltre, un’immagine spesso si appoggia visivamente su altre, con citazioni e omaggi esterni che arricchiscono la lettura di interpretazioni consapevoli e non.
Il protagonista (P8)
L’ultima lezione è tutta dedicata al modo in cui i protagonisti di una storia vengono rappresentati; costruzione culturale quanto poche altre, infatti, il volto di un personaggio è il luogo dove si costruisce la sua voce, il suo carattere, le sue intenzioni: insomma, tutte quelle cose che non si vedono che abbiamo visto nel corso di tutto il corso. Ragionamenti simili valgono anche per le mani, i punti luce che colpiscono il personaggio (dagli occhi ai riflessi) e i valori di dominanza all’interno della figura.