Un silent book è un albo illustrato senza parole. Non è semplicemente un normale albo illustrato dal quale è stato cancellato il testo, ma un libro il cui senso e la cui storia sono interamente lasciate alla magia delle immagini e alla loro sequenza.
Concepiti inizialmente per favorire lo sviluppo della capacità narrativa e di parola dei bambini, il silent book hanno raggiunto alti livelli di qualità e negli ultimi due decenni se ne è riscontrata una produzione notevole anche in quantità. Esistono silent book di vario tipo e per varie fasce d’età: ci sono albi illustrati senza parole per bambini abbastanza piccoli, altri per ragazzini, altri ancora per adolescenti ed adulti.
Sicuramente non si può dire che siano libri riservati solo ai bambini in età prescolare perché incapaci ancora di leggere i testi.
Alcuni silent book, infatti, sono particolarmente complessi e richiedono grandi abilità di lettura e di interpretazione. La costruzione del senso delle storie narrate con le sole figure avviene attraverso la relazione tra le illustrazioni. Si tratta di immagini sequenziali o interdipendenti, ognuna con la propria importanza, e comprensibili le une grazie alle altre. È per questo che leggere un albo illustrato senza parole significa soprattutto interpretare, non tanto inventare. Alle immagini si possono attribuire diversi significati, che nei silent book di qualità, non sono mai significati qualunque.
Proporre la lettura di albi illustrati senza parole è interessante perché questi libri sono utili a recuperare la capacità di narrazione orale in tutta la sua potenza evocativa e creativa. Essi sollecitano competenze di lettura delle immagini completamente differenti, ma, allo stesso tempo, complementari, alle competenze richieste per la lettura dei testi e il lettore è particolarmente “attivo”: è lui che deve costruire la storia mettendo in gioco un’elaborazione cognitiva molto intensa. La fruizione attenta degli albi illustrati senza parole permette di familiarizzare con il linguaggio delle immagini, di comprendere i codici visuali e quindi anche di entrare in sintonia con i molti messaggi simbolici e iconici che caratterizzano la nostra società.

La lettura in senso lato è ricerca di significato e di senso, senso e significato che negli albi senza parole vanno trovati attraverso l’osservazione di indizi, di particolari, di differenze anche minime tra le figure. Il senso, il significato degli albi senza parole si crea analizzando questi indizi, facendo attenzione ai rimandi, tornando indietro continuamente su quanto osservato: una ripetuta rilettura che aggiunge sempre nuovi elementi utili.
Ogni rilettura, quindi, non sarà mai uguale a una precedente e anche ogni lettore avrà il suo modo diverso di rileggere la storia, che comunque, non è lasciata al caso. Gli autori e illustratori dei silent book, al pari degli autori e illustratori degli albi illustrati, creano una storia, ne curano la regia e guidano il lettore verso un finale che è solo apparentemente libero. In definitiva la lettura dei silent book implica un impegno creativo e di immaginazione non indifferente che, seppur guidata, favorisce l’apertura mentale all’estetica e all’immaginario.
In realtà, con i bambini anche il non senso, il non significato ha ragione di esistere e molti dei libri senza parole giocano sul limite tra senso e non senso creando nel lettore uno spiazzamento che diventa punto forte e trainante della narrazione. Gli adulti temono i libri senza parole, hanno paura della sospensione del significato. Se non c’è il testo, il loro ruolo viene meno: non leggendo le parole non sono depositari della storia, della conoscenza di ciò che stanno affrontando. Più disinvolti davanti ai libri senza parole sono, invece, i bambini, molto più aperti alla scoperta, al gioco di fantasia, alla libertà di narrazione.
Certo è che non è facile affrontare i libri senza parole: bisogna essere liberi da preconcetti, aperti alla scoperta e imparare a mettersi in relazione con la storia, con il suo senso. In questo contesto il ruolo dell’adulto cambia: da lettore diventa facilitatore che guida discretamente i bambini alla scoperta del contenuto, anche se, molto spesso, sono i bambini a condurre gli adulti in questa lettura. Guardare le figure, come leggere un testo, non è una competenza innata, ma va acquisita.

Nel processo di acquisizione di questa competenza di osservazione entra in gioco ciò che il lettore è, ciò che conosce, ciò di cui ha già fatto e immagazzinato esperienza.
Bruno Munari, infatti, diceva che “ognuno vede ciò che sa”. Queste competenze di conoscenza e di vissuto evolvono nel tempo, si arricchiscono con il confronto ed è anche per questo che le riletture dei silent book non possono mai essere uguali.
Non esiste un protocollo per leggere gli albi senza parole o per insegnare a farlo. Chi è abituato a leggere ad alta voce ai bambini può trovarsi destabilizzato non avendo testo da leggere, ma questa assenza diventa stimolo a mettersi in gioco. La consapevolezza della studiata assenza di parole, d’altro canto, aiuta a proporre questi libri e rende naturale girare le pagine mostrandole ai bambini, lasciando che siano loro a scandirne il ritmo di lettura.
Immergersi o far immergere in un silent book è un’esperienza che può essere silenziosa, un momento di intensità particolare in cui ognuno esegue il proprio lavoro di osservazione assecondando i propri tempi. Ma può anche essere un momento di condivisione, in cui si costruisce insieme la storia ad alta voce. Così l’esperienza del gruppo si arricchisce grazie all’apporto di tutti, fa partecipare tutti alle emozioni diverse di ciascuno e stimola la discussione collettiva di sensi e significati.
Riferimenti bibliografici:
– Marcella Terrusi, Meraviglie mute. Silent Book e letteratura per l’infanzia, Carocci, 2017
– Sophie Van der Linden, Tout sur la litérature jeunesse de la petite enfance aux jeunes adultes, Gallimard Jeunesse, 2021
– Giulia Mirandola, Libri senza parole? Li voglio subito. In: Ad occhi aperti. Leggere l’albo illustrato, Hamelin, Donzelli Editore, 2012
– Maja Celija, Chiuso per ferie, Topipittori, 2006
Facendo una difficile scelta tra gli albi illustrati senza parole che più abbiamo apprezzato negli ultimi tempi, segnaliamo:
– Irene Penazzi, Su e giù per le montagne, Terre di Mezzo, 2021
– Giovanni Colaneri, La serra, Carthusia, 2021
– Antoine Guilloppé, Lupo nero, Camelo-zampa, 2021
– Alice Barberini, In the tube, Orecchio Acerbo, 2020
– Sven Enqvist, Passeggiata col cane, Camelozampa, 2020
– Silvia Borando, Niente da fare, Minibombo, 2020
– Gideon Sterer, Mariachiara Di Giorgio,A mezzanotte, Topipittori, 2020
– Soojin Kwak, Costruttori di stelle, Car-tusia, 2019
– Mark Janssen, L’isola, Lemniscaat, 2019
– Sandro Natalini, Cappuccetto Rosso, Giralangolo, 2019
– Ji Hyeon Lee, La porta, Orecchio Acerbo, 2018
Fonte: Il Pepeverde, n.11 2021